giovedì 6 giugno 2013

Ai congressisti e alle congressiste di USB: Noi non ci saremo…

Al Congresso dell’Unione Sindacale di Base noi non ci saremo, perché non è stato
possibile presentare e far circolare nei congressi a tutti i livelli una proposta
alternativa, in grado di rappresentare la possibilità di un cambiamento radicale
della pratica sindacale che i nostri gruppi dirigenti hanno portato avanti negli
ultimi tre anni, e capace di promuovere un’organizzazione fondata sull’autonomia
dei territori, sulla sperimentazione di rapporti paritari con le altre sigle sindacali,
con i movimenti di lotta e con i collettivi di lavoratori e lavoratrici interessati a
un’attività sindacale inclusiva e non burocratica.
Siamo convinti che il mezzo prefigura il fine: un sindacato non democratico al suo
interno non potrà riuscire a rendere più trasparenti e partecipati i luoghi di lavoro
e a costruire democraticamente le richieste contrattuali e le elezioni dei
delegati; non riuscirà a promuovere quel dibattito e quel confronto, anche aspro,
senza i quali non potremo neanche immaginare di uscire dalla crisi in cui ci hanno
cacciato decenni di politiche liberiste e di complicità sindacali.
Siamo costretti a ricordare e a ricordarci che dal 2010 ad oggi si sono persi per
strada una parte degli ex Flmuniti-Cub a Bologna e ADL Cobas del Veneto. Più
recentemente ha abbandonato USB la sede di Legnano, e anche Varese non ha
partecipato al congresso. La struttura dei ferrovieri è uscita da USB e con una
parte di O.r.SA. ha formato il Cat (Coordinamento Autorganizzato Trasporti). E
altri sommovimenti sotterranei o meno sono in corso, non solo dentro USB.
A questo congresso, infine, non ci saremo nemmeno noi, come collettivi di
lavoratrici e lavoratori organizzati nelle sedi di Cassina de’ Pecchi (MI) e di
Brescia.
La rottura della CUB e il superamento di SdL erano prezzi da pagare per creare un
percorso unitario e includente… ci abbiamo creduto, ci abbiamo provato, ma non
è stato così. L’allargamento del coinvolgimento a centinaia di quadri che hanno
partecipato a questa esperienza (che non si conclude, per noi, in modo positivo)
potrà rappresentare però un elemento utile, a patto di riuscire ad evitare gli
stessi errori e a superarli.
Ce la faremo? Sicuramente ci proveremo, promuovendo con chi ci starà un
coordinamento intersindacale su campagne specifiche e un'altro e diverso modo
di tenere insieme esperienze sindacali che non rinunciano, qui e ora, a
promuovere l’autorganizzazione consapevole di lavoratrici e lavoratori.

A buon rendere, sperando di ritrovarci insieme nelle lotte.

6 giugno 2013

Angelo Pedrini e Tonino Vetrano (Casa dei Sindacati di Base – USB Milanoest)
infosindacale@gmail.com

Mario Carleschi e Margherita Recaldini (ORMA, sindacato territoriale autorganizzato – Brescia e Verona)
orma.sta@gmail.com

mercoledì 22 maggio 2013

ringraziamenti per la partecipazione al congresso "da USB ad ADL" di Varese


Vi ringrazio per la partecipazione al congresso di venerdì 17 a Varese
che ha visto la nascita di ADL Varese.

Noi ci siamo presi un impegno con il congresso e con tutti gli iscritti della nostra provincia
e, come avvenuto per USB, siamo pronti a rispettare quell’impegno fino in fondo,
la coerenza ci deve distinguere dagli altri sindacati.

Nel nostro simbolo e nella nostra bandiera, votati al congresso,
è riportato un simbolo che raffigura la nascita e la crescita,
un simbolo femminile che vuole essere uno stimolo per tutti,
dopo l’esperienza in USB, noi siamo convinti che non sia importante essere piccoli o grandi
ma non vi è futuro se non si agisce secondo le proprie convinzioni.

Democrazia, Trasparenza, Autonomia e Coerenza non devono essere solo delle parole vuote
ma uno stile di vita e di comportamento per tutti o la strada sarà sempre più difficile.

Nel salutarvi vi riporto la parte finale della relazione congressuale
Che ha proposto e visto la nascita di ADL Varese, un sindacato di base
che non vuole essere ne più grande ne più bello ne più forte,
Ma semplicemente coerente.

Fiorenzo


La spinta di unificazione non si deve esaurire ma va continuamente alimentata coinvolgendo tutti i sindacati di base a partire da quelli presenti sul nostro territorio. Dobbiamo ripartire dall’unificazione delle iniziative di lotta su temi condivisi, per la tutela del lavoro, per un salario garantito, contro il precariato, per la parità dei diritti tra donne e uomini, tra italiani e immigrati, tra nord e sud, tra cattolici e non cattolici.

Questa è una delle sfide centrali per la quale il nuovo sindacato è chiamato a mettere in campo delle strategie concrete, vista la rapidità dei processi di cambiamento in corso. In continuità con la nostra storia saranno centrali la democrazia, la trasparenza, l’autonomia economica e politica e la partecipazione attiva dei lavoratori e lavoratrici : proprio perchè ci crediamo, il coordinamento di Varese ha mantenuto tutte e due le mani sul timone ed è andato dritto fino in fondo anche a costo di rimetterci personalmente ma nell’interesse collettivo dell’intera provincia e nell’interesse di quella idea di  sindacato di Base che da sempre ci ha contraddistinto e del quale non ci rassegniamo a rinunciare.

E’ per queste ragioni che oggi, ancora una volta, ci troviamo qui.

Ci troviamo qui per ricominciare e per dare il nostro contributo a quella lotta di classe che riteniamo sia l’unica via di uscita per ricostruire un minimo di equità sociale. Siamo ancora qui consapevoli che il termine democrazia rappresenti partecipazione, trasparenza, rispetto e condivisione. Oggi spetta a tutti noi fare quel che sempre abbiamo fatto, ovvero, darci una struttura che ci permetta, senza alcun vincolo, di attuare quel che da sempre è stato il nostro modo di essere. Abbiamo cercato di inserire nello statuto tutto quello in cui noi crediamo e per cui ci stiamo battendo su tutti i fronti, per lo stesso motivo abbiamo scritto un codice etico che pensiamo possa dimostrare la nostra completa volontà di agire in piena coerenza con quello che crediamo e con quello che diciamo.

L’impegno che fin d’ora, in questo congresso, questo gruppo dirigente può prendere è ancora una volta la coerenza con le nostre idee, l’impegno di mantenere l’autonomia economica e politica perché riteniamo che solo in questo modo sia possibile poter decidere in piena libertà e senza vincoli, l’impegno di continuare a lavorare, come sempre abbiamo fatto, nella democrazia e nella trasparenza, l’impegno di continuare, con gli iscritti, i delegati e gli attivisti, un rapporto diretto per coinvolgere tutti nelle decisioni,  l’impegno di ripartire dal basso per ricostruire un tessuto unitario nelle lotte e nelle iniziative condivise con tutti i sindacati “liberi” che ancora ci sono e con cui pensiamo di rapportarci fin da subito perché l’unità sindacale dal basso è l’unica via percorribile.
Per questi motivi pensiamo sia più che mai condivisibile l’idea di continuare il percorso Unitario dal Basso, partendo dalle fabbriche, dalle aziende pubbliche, dalle associazioni e comitati di lotta del nostro territorio, rilanciando e intensificando il dialogo con gli altri Sindacati di Base presenti nella nostra Provincia come la Confederazione Cobas e l’Al-Cobas, mantenendo uno stretto legame con Medicina Democratica, con cui ci rapportiamo in modo costruttivo ormai da anni e intensificare i rapporti con i vari comitati provinciali dei NOTAV, NOF35, NOM346, con i quali,  da qualche tempo, ci stiamo confrontando per contribuire a costruire un fronte unico di lotta che sempre più sta assumendo una dimensione nazionale.

Il nuovo Sindacato di Base provinciale che, a partire da oggi 17 maggio 2013, chiederemo a questo Congresso di deliberare, porta il nome di ADL Varese (Associazione Sindacale per la Difesa delle Lavoratrici e dei Lavoratori della provincia di Varese, Sindacato di Base) e proponiamo che, in ADL Varese, confluisca tutta la struttura di USB e di USB LP, della nostra provincia.

Il progetto che proponiamo a questo congresso è quello di rilanciare l’Unità dei Sindacati di Base partendo dalla nostra regione che è la regione più sindacalizzata d’Italia, insieme ai compagni di sempre di Legnano e di Cassina de Pecchi, di Milano, di Brescia, e di Pavia, per costruire un nuovo disegno Sindacale Unitario di Base Nazionale lavorando insieme all’ADL-Cobas, ai SI-Cobas, al neonato Coordinamento Auto organizzato dei Trasporti di Casini, intensificando i rapporti con il Comitato Pensionati organizzato da Gallori e il comitato in difesa della Sanità Pubblica.

Preso atto che l’autonomia e la democrazia sono indispensabili per muoversi insieme e che solo muovendosi all’unisono si ha la possibilità di incidere sui problemi dei lavoratori e delle lavoratrici  e dei cittadini, il disegno sindacale che tenteremo di mettere in pratica e che proponiamo, è un progetto ambizioso ed a lungo termine che cercherà di coinvolgere necessariamente tutti i sindacati di base compresi, ovviamente, CUB, COBAS e USB;

La nostra idea è quella di avviare un tavolo di discussione tra tutti i sindacati che condividono le nostre stesse proposte su come avere rapporti di discussione e di lotta unitaria, senza che si frappongano vincoli di subordinazione e di struttura. Con queste basi noi ci mettiamo a disposizione e proponiamo a tutti di avviare un confronto concreto e coerente per stabilire le priorità di lotta e per tentare di costruire una nuova Bandiera Unitaria di Base che sia condivisa da tutti e che rilanci in modo realistico e serio il riavvicinamento delle realtà sindacali di Base per una battaglia sindacale comune.

Diamo quindi inizio a questo congresso augurando a tutti un buon e proficuo lavoro.

per il Coordinamento Provinciale USB Varese,
Fiorenzo Campagnolo

martedì 7 maggio 2013


sabato 4 maggio 2013


venerdì 3 maggio 2013


giovedì 16 giugno 2011

Intorno a Malpensa, "un disastro ecologico"

A dirlo non sono solo gli ambientalisti e i sindaci della zona, ma anche il Ministero dell'Ambiente. L'espressione è contenuta in un documento riservato finito - pare per errore - nelle mani del Parco Piemontese del Ticino e pubblicato oggi dal Fatto Quotidiano, punto centrale di una lunga inchiesta firmata da Thomas Mackinson e Franz Baraggino. Nel documento il Ministero informa vari enti di aver disposto un sopralluogo al Corpo Forestale per valutare la situazione in merito al "disastro ecologico nell'area adiacente Malpensa in pieno Parco del Ticino dovuto al sorvolo degli aeromobili in decollo": la direzione tutela della natura del Ministero rimanda poi alle decisioni che il Parco del Ticino (quello Lombardo) vorrà prendere per "scongiurare la perdita di habitat e specie". La comparsa dell'articolo del Fatto - rimbalzato in rete, condiviso da 1600 persone solo su Facebook - ha sollevato nuove preoccupazioni sulla salute dell'ambiente e degli abitanti della zona, preoccupano anche i dati pubblicati in evidenza, quelli resi noti dall'Asl di Varese su richiesta del Comune di Casorate Sempione, che ha curato anche uno studio specifico sull'inquinamento: si parla di una incidenza delle morti per malattie respiratorie che sono 4 volte più alti del resto della provincia. L'Asl dice che l'aeroporto è uno dei fattori inquinanti, insieme al traffico stradale (che a sua volta è legato in parte all'aeroporto, con i flussi incanalati su A8 e superstrada 336). Elementi, questi, resi noti da tempo, ma che non hanno provocato reazioni significative. Ma laddove non arrivano le preoccupazioni per la salute, arriva quella economica: tra gli operatori e nello stesso Ministero non si prende sotto gamba il possibile impatto economico di una raffica di cause civili e richieste di danni. Il precedente c'è: è la famosa sentenza Quintavalle, che ha imposto a Sea di pagare un indennizzo ad una azienda agricola il cui patrimonio boschivo - sotto le rotte di Malpensa - è stato devastato dall'inquinamento.