domenica 24 ottobre 2010

USB LINATE MALPENSA: Le R.S.U. e la Democrazia Sindacale

A fine novembre in SEA S.p.A. e SEA handling si svolgeranno le elezioni delle RSU, le organizzazioni sindacali confederali hanno finalmente trovato un accordo sul percorso per arrivare al rinnovo dei rappresentanti eletti più di tre anni fa. Rappresentanti che mai hanno potuto svolgere le loro funzioni in quanto non erano riusciti ad approvare un regolamento che stabilisse le loro competenze e le loro attribuzioni. Quest’anno ci riprovano e partono già con il piede sbagliato perché, di nuovo, CGIL, CISL e UIL vogliono una quota protetta del 33%.

Ci rendiamo conto che per tantissimi lavoratori quanto stiamo dicendo risulterà assolutamente incomprensibile, quindi vediamo di fare un po’ di chiarezza.

Innanzi tutto l’acronimo RSU significa Rappresentanza Sindacale Unitaria ed è stato coniato dalle confederazioni sindacali (CGIL-CISL-UIL) con l’accordo interconfederale del 1993. L’intento era di costruire un nuovo soggetto sindacale unitario e democraticamente eletto da tutti i lavoratori, siano essi iscritti o meno ad un organizzazione sindacale.

La ragione che ha portato i sindacati confederali alla formulazione di questo accordo va ricercata nella necessità, in quegli anni, di far eleggere delle rappresentanze unitarie dei lavoratori ed in questo modo arginare il crescente consenso che i sindacati di base stavano riscuotendo tra i lavoratori.

Naturalmente, CGIL, CISL e UIL sapevano benissimo che delle elezioni realmente democratiche (una testa, un voto) per eleggere i delegati, in molte realtà avrebbero fatto emergere rappresentanti di sindacati autonomi e di base e che potevano anche essere maggioritari, quindi hanno pensato bene di introdurre in quell’accordo una clausola di salvaguardia del loro potere.

Questa clausola si chiama QUOTA PROTETTA, ovvero: dovunque si facciano le elezioni delle RSU, il 33% degli eleggibili è già destinato a CGIL, CISL e UIL indifferentemente da quanti voti esse prendano.

Per rendere ancora più chiaro il concetto: se in una azienda si devono eleggere nove (9) delegati, tre (3) saranno nominati d’ufficio da CGIL, CISL e UIL e solo sei (6) saranno eletti da tutti i lavoratori.

Sarebbe come dire che quando ci sono le elezioni politiche del parlamento, il governo uscente si accaparra una quota di deputati pari al 33% degli eleggibili.

Tutto questo la dice lunga sulla loro concezione di democrazia, noi di USB ci opponiamo a questa pratica e a questo modo di controllare i rappresentanti dei lavoratori, quindi invitiamo tutti a firmare questa petizione.

“Noi Lavoratori di SEA chiediamo che CGIL, CISL, UIL rinuncino alla quota protetta del 33% e permettano delle elezioni realmente democratiche dei Rappresentanti Sindacali Unitari, dove tutti possano partecipare con pari diritti e pari dignità e che quindi sia il nostro voto ad eleggere tutti i delegati che ci rappresenteranno.”