giovedì 28 ottobre 2010

Agesp rinvia a gennaio la raccolta differenziata serale

Slitta a gennaio l'avvio del servizio sperimentale di raccolta differenziata serale/notturna in centro città.
"In previsione del calendario di eventi organizzati dal Comune di Busto Arsizio nel centro storico della città in occasione delle prossime festività natalizie", Agesp SpA, in accordo con l'amministrazione comunale, ha preso la decisione di posticipare l’inizio del servizio sperimentale al 10 gennaio 2011.
"Tale disposizione ha il fine di garantire la buona riuscita di questa nuova iniziativa" fanno sapere da via Marco Polo "e di preservare il decoro urbano del centro cittadino in vista della forte affluenza popolare prevista durante il periodo natalizio". Il servizio, parte del potenziamento generale della raccolta differenziata in omaggio alle stringenti richieste del Piano provinciale rifiuti, doveva inizialmente partire l'8 novembre, slitterà dunque di ben due mesi.
Ultimamente si era aperto anche un fronte sindacale con Usb che contestava all'azienda di agire frettolosamente sull'assegnazione dei turni. L'azienda ha replicato ribadendo che il servizio sarà sperimentale e su base volontaria, e di essere disposta a discuetere con le rappresentanze dei sindacati le modalità per il suo svolgimento.

coop ALFA di Nerviano: Hanno pagato! Sospensione dello sciopero

Questa mattina è stato sospeso il presidio delle lavoratrici e lavoratori Alfa coop., dopo che finalmente hanno ricevuto il denaro trattenuto illecitamente dalla coop. come quota associativa.

A questo punto l'Assemblea ha deciso di sospendere lo sciopero e da domani rientrare in produzione, mantenendo lo stato di agitazione fino a quando tutte le società della catena in appalto, dalla Parrini & c, Corena srl, Sa.Ga. srl, Consorzio Geslog e Alfa coop, non aderiscano ad un incontro congiunto con il sindacato per dare chiarezza riguardo alla continuità lavorativa che ad oggi ha il termine prefissato dalla disdetta del servizio "recupero giornali invenduti" da parte della commitenza Parrini & c.

Invitiamo tutti a partecipare all'assemblea pubblica che si terrà domani giovedì 28.10.2010 dalle ore 20.30 presso la sala civica Pertini, nel centro integrato EX-MECCANICA in Via Circonvallazione 1 a Nerviano.

Si vorrebbe discutere su quanto gravino sulle spalle dei lavoratori e come combattere le scelte scellerate attuate dalle aziende, tramite appalti e sub appalti, dove la responsabilità solidale del committente spesso è elusa a causa dei filtri dei sub appalti.

Partiamo dalla vicenda Alfa coop. per solidarizzare esperienze reciproche.

domani 20.30 via circonvallazione 1, nerviano

SICUREZZA SUL LAVORO: PRESIDIO ALLA CONFERENZA NAZIONALE

domenica 24 ottobre 2010

coop ALFA di Nerviano: I LAVORATORI DEVONO PAGARE 2.000 €. PER LAVORARE

Ecco cosa accade quando si è lavoratrici e lavoratori sub-appaltati a cooperative senza scrupoli.

I lavoratori della coop ALFA di Nerviano, che lavorano al servizio resa in appalto dalla Parrini spa, sono costretti a tornare in strada a protestare contro lo sfruttamento dei sub-appalti.Oggi scoprono che per poter lavorare devono pagare 2.000 euri, in 8 comode rate mensili da 250 €.direttamente trattenute dai loro miseri stipendi.Tutto ciò è solo l'epilogo della loro situazione precaria che li vede partecipi ed attivi fin dal dicembre '09, quando dopo una lunga lotta hanno conquistato il riconoscimento dei minimi diritti retributivi e normativi previsti dal ccnl trasporti e logistica, nonostante venissero assorbiti dall'ennesima coop. appaltatrice. Invece scoprono presto che anche questa volta sono incappati nell'ennesima truffa.

Nonostante le lavoratrici ed i lavoratori avessero dimostrato tutta la propria professionalità e disponibilità, recuperando tutto il lavoro arretrato, a giugno '10 la coop. Alfa ha preteso altri sacrifici con l'obbligo di utilizzo spropositato del monte ore straordinari, condendo il tutto con minacce di ritardi nei pagamenti di stipendi e 14°, ecc.

L'intervento del sindacato e le mobilitazioni di allora, obbligarono la coop. a rispettare le scadenze e a ribadire che gli straordinari restavano del tutto volontari e non obbligatori, ma si scoprì anche che all'interno dell'appalto erano state tenute nascoste altre soggettività intermedie. Oggi sappiamo che l'appalto Parrini & c., dato inizialmente alla Corena srl (proprietaria del sito) e sub-appalto alla coop. Alfa, in realtà ha sempre avuto come soggetti intermedi tra Corena srl e la coop. Alfa, altre società come SA.GA. srl ed il consorzio Geslog.

Successivamente si venne a sapere che la Parrini & c. aveva dato ufficiale disdetta dell'appalto a partire dal 28 febbraio 2011, ed alla richiesta di un incontro congiunto di tutte le aziende presenti nella catena di appalti e sub-appalti con i sindacati, l'unica risposta reale è stata la trattenuta nella busta paga del mese di settembre di 250 €. come anticipo della 1° trance di 8, della quota sociale della coop. che è stata innalzata da 50 €. a 2.000 €. dall'amministratore dell'Alfa.

ADESSO BASTA !

RIVENDICHIAMO IL DOVUTO RISPETTO

1. Restituzione immediata dei 250 €. trattenuti,

2. Rispetto delle normative sulla sicurezza nel luogo di lavoro,

3. Risposte e garanzie per la continuità del lavoro e trasparenza nel

subentro dell'appalto.

Non ci avrete mai come volete voi !

Legnano, 22.10.2010

USB LINATE MALPENSA: Le R.S.U. e la Democrazia Sindacale

A fine novembre in SEA S.p.A. e SEA handling si svolgeranno le elezioni delle RSU, le organizzazioni sindacali confederali hanno finalmente trovato un accordo sul percorso per arrivare al rinnovo dei rappresentanti eletti più di tre anni fa. Rappresentanti che mai hanno potuto svolgere le loro funzioni in quanto non erano riusciti ad approvare un regolamento che stabilisse le loro competenze e le loro attribuzioni. Quest’anno ci riprovano e partono già con il piede sbagliato perché, di nuovo, CGIL, CISL e UIL vogliono una quota protetta del 33%.

Ci rendiamo conto che per tantissimi lavoratori quanto stiamo dicendo risulterà assolutamente incomprensibile, quindi vediamo di fare un po’ di chiarezza.

Innanzi tutto l’acronimo RSU significa Rappresentanza Sindacale Unitaria ed è stato coniato dalle confederazioni sindacali (CGIL-CISL-UIL) con l’accordo interconfederale del 1993. L’intento era di costruire un nuovo soggetto sindacale unitario e democraticamente eletto da tutti i lavoratori, siano essi iscritti o meno ad un organizzazione sindacale.

La ragione che ha portato i sindacati confederali alla formulazione di questo accordo va ricercata nella necessità, in quegli anni, di far eleggere delle rappresentanze unitarie dei lavoratori ed in questo modo arginare il crescente consenso che i sindacati di base stavano riscuotendo tra i lavoratori.

Naturalmente, CGIL, CISL e UIL sapevano benissimo che delle elezioni realmente democratiche (una testa, un voto) per eleggere i delegati, in molte realtà avrebbero fatto emergere rappresentanti di sindacati autonomi e di base e che potevano anche essere maggioritari, quindi hanno pensato bene di introdurre in quell’accordo una clausola di salvaguardia del loro potere.

Questa clausola si chiama QUOTA PROTETTA, ovvero: dovunque si facciano le elezioni delle RSU, il 33% degli eleggibili è già destinato a CGIL, CISL e UIL indifferentemente da quanti voti esse prendano.

Per rendere ancora più chiaro il concetto: se in una azienda si devono eleggere nove (9) delegati, tre (3) saranno nominati d’ufficio da CGIL, CISL e UIL e solo sei (6) saranno eletti da tutti i lavoratori.

Sarebbe come dire che quando ci sono le elezioni politiche del parlamento, il governo uscente si accaparra una quota di deputati pari al 33% degli eleggibili.

Tutto questo la dice lunga sulla loro concezione di democrazia, noi di USB ci opponiamo a questa pratica e a questo modo di controllare i rappresentanti dei lavoratori, quindi invitiamo tutti a firmare questa petizione.

“Noi Lavoratori di SEA chiediamo che CGIL, CISL, UIL rinuncino alla quota protetta del 33% e permettano delle elezioni realmente democratiche dei Rappresentanti Sindacali Unitari, dove tutti possano partecipare con pari diritti e pari dignità e che quindi sia il nostro voto ad eleggere tutti i delegati che ci rappresenteranno.”

Gallarate: manifestazione dei ragazzi del collettivo giovanile "Ultimi dei Mohicani"

No al cemento, sì agli spazi sociali. Sono questi i temi della manifestazione degli "Ultimi dei Mohicani", il gruppo di ragazzi che pochi giorni fa è stato sgomberato dalla casa occupata di via Porraneo a Cardano al Campo. Con loro altri collettivi da tutta la provincia e da Milano (tra gli altri i ragazzi del Telos di Saronno), una delegazione dei Cobas e dell'Unione sindacale di base, per un totale di 200/250 persone circa. Si sono ritrovati in stazione a Gallarate e poco prima delle 17 hanno attraversato le vie del centro per arrivare in piazza Garibaldi, scandendo slogan e canti, accompagnati da volantini e striscioni e sotto l’occhio vigile di un imponente dispiegamento di forze dell’ordine, polizia e carabinieri. Tutto si è svolto nella più totale tranquillità.

Busto Arsizio USB contro Agesp, si apre un altro fronte: i turni serali per la raccolta differenziata

Prosegue il braccio di ferro tra il sindacato USB e Agesp SpA. Mercoledì 20 ottobre una delegazione di lavoratori dell'azienda controllata dal Comune ed alcuni rappresentanti di USB, oltre al delegato RSU-USB, sono stati ricevuti dal Sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli, cui hanno riportato le affermazioni udite in commissione dai vertici Agesp, fra cui quella, a detta del sindacato grave, di aver utilizzato il GPS per la localizzazione e tracciamento dei mezzi per vari mesi; e ciò in assenza del dovuto assenso sindacale. A quanto diceva la presidente Agesp Basalari e riporta USB, la spesa per il sistema è "di oltre 50 mila euro all’anno, più altre spese accessorie di qualche migliaia di euro ogni anno"; USB ha fatto notare al sindaco che "Agesp ha fatto un investimento 'azzardato' senza il rispetto della legge, cosa fastidiosa per una società che spende i soldi dei cittadini". Il sindaco, "molto sensibile" alla vicenda secondo il sindacato, si augura che il clima interno all’azienda possa migliorare; ma per USB la cosa "è improbabile se Agesp continua ad usare il pugno di ferro contro i lavoratori come sta facendo da qualche mese".

Varese, Aggressione razzista: "Mi ha investita, schiaffeggiata e insultata"

«Alle 14 del 21 ottobre mia figlia è uscita da scuola e si è diretta verso un gruppetto di amici nelle scalette di via Morselli. La ragazza si è attardata di fronte a una vettura grigia, un fuoristrada di marca Kia. Gli amici, a quel punto, l’hanno invitata a spostarsi per far uscire l’auto. Il guidatore ha messo in moto, ha fatto qualche metro indietro, poi ha ingranato la marcia è avanzato e l’ha colpita a un fianco.

Stupita, mia figlia ha chiesto perché l’avesse fatto, dato che aveva visto perfettamente che lei si trovava in quel punto. Lui è sceso e ne è sorto un diverbio. L’uomo l’ha insultata utilizzando i seguenti termini: Negra di m., torna al tuo paese, cosa sei venuta a fare qua, deficiente, scema, pezzo di m. L’ha spintonata per alcuni attimi e poi, visto che la ragazzina si lamentava, le ha dato uno schiaffo in faccia. In seguito ha proseguito nella sua condotta e l’ha spintonata nuovamente facendola cadere a terra».

Varese: Sgomberata la discoteca occupata di viale Valganna

Dopo lo sgombero della palazzina di Cardano, occupata dal collettivo “Ultimi mohicani” per alcune settimane, anche a Varese carabinieri e polizia hanno sgomberato l’ex discoteca di viale Valganna, in una zona in prossimità dello stabilimento industriale della Lindt.

L’operazione, cominciata verso le 17 di sabato 23 ottobre, si è svolta proprio mentre per le vie di Gallarate i ragazzi dei collettivi manifestavano per richiedere spazi sociali di autogestione.
Prima solo alcune volanti sono giunte sul posto per ispezionare la zona, poi lungo viale Valganna, in prossimità dell’edificio, si sono posizionate svariate camionette dei carabinieri e macchine della polizia e, grazie anche all’intervento dei vigili del fuoco, alcune decine di militari hanno fatto irruzione all’interno della recinzione e hanno raggiunto l’ex discoteca. Dalla quale sono usciti più tardi con gli occupanti.

venerdì 22 ottobre 2010

L'unica risposta delle istituzioni alle richieste di spazi sociali è lo sgombero!!!

Non è con la forza che domerete il mondo!

Lunedì 18 ottobre un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine ha sequestrato l'intera via Porraneo a Cardano al Campo, per reprimere e sgomberare lo spazio Edera, una delle rarissime realtà autogestite da giovani intenzionati a ridare vita ad esperienze di socialità collettiva, nella provincia di Varese.

L'Edera ed i ragazzi del collettivo “Ultimi Mohicani”, rappresentano un chiaro segno di ribellione alle scelte securitarie e repressive, dando risposta alle esigenze di spazi autogestiti di confronto politico, in opposizione alla precarizzazione economica, culturale e sociale in atto su tutto il territorio. È ovvio che non è con la forza e l'arroganza che si risolvono problematiche reali e quanto accaduto, non intimorisce né stupisce gli “Ultimi Mohicani” che non intendono arrendersi a queste logiche.

Nelle settimane di occupazione dello stabile di Cardano, è stato colto un chiaro segnale di solidarietà e collaborazione, sia da parte di realtà come il nostro sindacato sia da semplici cittadini, giovani e meno giovani che hanno espresso, con gli occupanti, l'esigenza di poter avere sul proprio territorio un vero spazio libero da logiche di profitto, ricco di socialità ed idee positive. L'idea che ogni area dismessa possa solo essere adibita a speculazioni di palazzinari deve essere combattuta, il cemento divora qualsiasi cosa e continuerà a divorare tutti gli spazi liberi, dando come risultato la totale sterilità sociale e l'imbruttimento del nostro territorio.

Chi ci governa rappresenta appieno affaristi e speculatori senza scrupoli, poco interessati alle problematiche reali dei cittadini che subiscono la precarietà, l'unica linea sociale che gli interessa è quella del consumismo sfrenato, fuori da ciò l'unica risposta che sanno dare è la repressione. Noi siamo con chi Lotta per diritti e dignità, sia nelle fabbriche che nella vita di tutti i giorni, per migliorare le condizioni attuali che vedono gravemente precarizzato, non più soltanto il mondo del lavoro, ma tutto ciò che è la vita dei cittadini.

Lo spazio Edera rappresenta un bagliore contro il grigiore che ci circonda, contro gli affari che si consumano alle spalle dei cittadini, contro tutta l’apatia e la noia di cui è impregnato il nostro territorio. Per tutto ciò l'Unione Sindacale di Base solidarizza con il percorso intrapreso con la nascita dell'Edera invitando tutti i lavoratori a partecipare numerosi alla manifestazione di sabato 23 ottobre per dimostrare che non siamo tutti imbesuiti dai politicanti e dei padroni.

La Libertà è partecipazione

Sabato 23 ottobre a Gallarate Manifestazione

h. 15,00 ritrovo davanti alla stazione

Invitiamo tutti a partecipare numerosi !!!


giovedì 21 ottobre 2010

Ultimi Mohicani in corteo a Gallarate

I ragazzi dello spazio Edera continuano a farsi sentire. Sabato 23 alle 15 si riuniranno davanti alla ferrovia dello Stato di Gallarate pronti a manifestare ancora una volta le loro ragioni.

"Il corteo servirà per ribadire l'importanza di avere uno spazio autogestito che promuova la socialità fra le persone, un corteo in difesa e solidarietà di tutti gli altri spazi sociali, come per esempio la Fornace, altro posto a rischio sgombero in questi giorni. In direzione ostinata e contraria, difendiamo i nostri spazi". Queste le parole dei ragazzi del collettivo Ultimi Mohicani che sabato 2 ottobre avevano occupato lo stabile abbandonato a Cardano (Spazio Edera).

L'esperienza è servita ai ragazzi che aggiungono: "Ci siamo resi conto di quanto sia importante un luogo del genere in questo territorio.... Riteniamo fondamentale difendere questo spazio, per tutte le persone che credono in questo progetto, per avere un luogo autogestito lontano dalle logiche di chi vuole speculare sulle vite altrui".

Stato d’Agitazione di tutti i Lavoratori ATA Malpensa e Linate

Le Assemblee dei lavoratori ATA Handling tenutesi a MXP il 18-10-10 e a LIN 19-10-10 nel rimarcare la criticità dell’organizzazione del lavoro che l’azienda sta imponendo, denunciamo:

1) Il continuo sotto organico sta generando problemi di operatività nel mantenere in orario i voli programmati e, nel contempo, non si garantiscono condizioni di lavoro in sicurezza.

2) L’integrità fisica dei lavoratori è costantemente messa in discussione, tanto è vero che gli infortuni e gli esentati dai lavori sono in continuo aumento.

3) “L’organizzazione del Lavoro” che ATA Handling “sta imponendo”prefigura che personale inquadrato a un livello es. 4 liv. “debba” svolgere in maniera preminente anche funzioni di un livello sottostante TUTTO QUESTO NON è LEGITTIMO.

4) ATA Handling, invece di sedersi in modo serio AL TAVOLO SINDACALE, preferisce prendere tempo e procrastinare il confronto….. a data da destinarsi.

I lavoratori rivendicano che:

1) Le squadre di lavoro devono essere composte con un minimo di personale adeguato.

2) I turni di lavoro devono essere a misura “d’uomo”

3) Va valorizzano l’accordo già esistente dei 70,00 Euro

Invitiamo tutti i lavoratori a rispettare il proprio orario di lavoro, e a denunciare tutte le comandate lavorative non contemplate dal CCNL.

USB Lavoro Privato ha dato corso alla procedura di raffreddamento come previsto dalla legge146./90 e 83/2000 per quanto concerne la proclamazione di un PRIMO SCIOPERO.

lunedì 18 ottobre 2010

Ultimi Mohicani: "non ci arrendiamo!"

Rimane acceso il dibattito fra i ragazzi del collettivo e il sindaco Aspesi. Il punto di scontro è sulla presenza o meno, in base al punto di vista, di luoghi per i giovani e gestiti da giovani in paese.

Un’assenza di posti per i ragazzi che, secondo i Mohicani, paga lo scotto della continua cementificazione e della conseguente speculazione edilizia, contro cui sin dall’inizio loro si sono battuti.

NECESSITA’ DI UN SPAZIO GESTITO DAI GIOVANI

“Il progetto Vulcano è uno spazio gestito da una cooperativa. Noi invece ci battiamo per un posto che sia gestito da noi stessi, per diventare di tutti e per tutti. Di un posto come Edera c’è il bisogno e le tante dimostrazioni da parte dei vicini e delle persone che sono passate a trovarci durante l’occupazione, ne sono una testimonianza”, spiega una dei ragazzi.

RIQUALIFICA "FAI DA TE" PER DIRE NO AL CEMENTO

Obiettivo primario del collettivo era dimostrare come un luogo fatiscente e in degrado, possa tornare a vivere ed avere una valenza sociale importante. E proprio in questa direzione andavano tutte le iniziative promosse in queste due settimane di occupazione. Dai writers chiamati a rendere più bella e colorata la facciata dello stabile, alla sistemazione delle stanze interne che hanno accolto incontri di cineforum, dibattiti e serate di musica reggea. Un'occupazione per dire “no” alla cementificazione del territorio e alla speculazione edilizia che c’è dietro, contro cui sin dall’inizio il collettivo si è scagliato. “Non abbiamo bisogno che ci venga dato uno spazio da qualcuno, il messaggio che vogliamo far passare è questo: non è possibile che oggi ci siano delle situazioni simili di degrado e abbandono, la riqualifica di questi spazi dovrebbe essere obbligatoria, noi stavamo solo riqualificando”, dice una delle ragazze presenti.

TROPPI AGENTI PER LA SITUAZIONE?

Momenti di rabbia sono seguiti alla modalità con cui gli agenti della Digos hanno fatto scendere i loro tre compagni dal tetto del stabile. “Le azioni non si sono svolte a mio parere in sicurezza- dice Antonio- i nostri amici sono stati presi con la forza e costretti a scendere, senza badare molto alla loro sicurezza. La presenza di tutte queste forze dell’ordine in tenuta anti sommossa è eccessiva rispetto alla situazione, vorrei sapere quanto è stato speso per creare tutto ciò, in un momento di crisi non si devono buttare via i soldi”.

SOLIDARIETA’ AI MOHICANI

Il Collettivo fa sapere che non si arrende e continuerà a lottare contro un sistema che, a loro parere, “sacrifica il verde solo per arricchirsi,e non dà possibilità ai giovani”. Nel frattempo continua ad arrivare la solidarietà dei ragazzi di altri centri Sociali, dal Cantiere di Milano a Telos di Saronno, e Tradate, almeno fino alla manifestazione del 23 ottobre, già in programma.

Poliziotti in tenuta antisommossa sono in via Porraneo a Cardano al Campo

La zona è stata transennata e nessuno può avvicinarsi alla casa dove agenti e vigili del fuoco hanno occupato l'edificio. Al momento dello sgombero, all'interno c'erano solo due ragazzi e una ragazza che sono saliti sul tetto. Dopo tre ore e mezza di trattative, verso le 11.30, i tre ragazzi sono stati convinti a scendere dal tetto. «Abbiamo capito che era meglio non forzare la situazione e uscire dall'edificio», hanno commentato i ragazzi mentre stavano aspettando di riprendersi il materiale portato in queste settimane all'interno della casa occupata.

Le fasi concitate dell'azione si sono svolte sotto gli occhi incuriositi dei bambini che stavano raggiungendo l'asilo. Nettamente divisi i commenti dei passanti: c'è chi si complimenta con le forze dell'ordine e chi riconosce ai giovani di aver sistemato il palazzo fatiscente. Sul posto con le forze dell'ordine anche il sindaco Mario Aspesi e una decina di ragazzi che hanno dato vita all'occupazione, guardati a vista dagli agenti. Nel pratone antistante la casa occupata ci sono i carabinieri, mentre gli agenti di polizia presidiano la zona: qualche attimo di tensione si è avuto quando le forze dell'ordine hanno voluto identificare alcuni dei ragazzi all'esterno della casa di via Porraneo. Alcuni degli ex occupanti hanno inscenato un mini corteo per le vie del centro storico di Cardano al Campo (la casa in questione si trova a poche decine di metri dal Municipio e dalla piazza principale del paese), con cori e canti.

domenica 17 ottobre 2010

L’AZIENDA OSPEDALIERA DI BUSTO ARSIZIO E SINDACATI CONCERTATIVI, UNITI NEL DIVIDERE LE LAVORATRICI

Nel pomeriggio di Lunedì 11 Ottobre 2010 il tentativo di conciliazione con l’Azienda Ospedaliera si è concluso con esito negativo.

Le nostre richieste, al tavolo in Prefettura, sono state: la concessione dell’Indennità art. 44 comma 6 al Personale OSS della Struttura Complessa di Pneumologia visto che tali Lavoratrici svolgono assistenza ai degenti;

l’adeguamento delle camere “isolate” ove sono ospedalizzati i degenti affetti da TBC e/o in attesa di diagnosi della malattia stessa, visto che i bagni sono in comune con gli altri pazienti, non sono presenti zone filtro e i filtri di riciclo dell’aria non vengono sostituiti.

Le disposizioni del Direttore Generale in data 07 Ottobre c.a., in merito alla sospensione dell’Indennità alle Infermiere Professionali ed allo spostamento dei pazienti affetti da TBC conclamata in Malattie Infettive, riteniamo siano provocatorie alle richieste fatte, difatti il rischio di contrarre la TBC è reale fintanto che i pazienti in attesa di diagnosi sono presenti in reparto.

Il comportamento poi dei Sindacati Concertativi ( vedi dichiarazioni Cisl ) è teso, da una parte a creare tensione e divisione tra le Operatrici del Reparto e dall’altra a screditare ed a tentare di emarginare il Sindacato di Base che, con questa iniziativa, cerca di difendere la Salute ed i Diritti di Lavoratrici e Degenti.

Oltretutto la carenza cronica di posti letto, dovuta al taglio continuo negli Ospedali pubblici ( 5000 posti negli ultimi anni ) a favore delle strutture private, fa si che sia difficile per le Malattia Infettive accettare ulteriori malati.

Alla fine dell’incontro in Prefettura, le nostre richieste si sono implementate quindi con il ripristino dell’Indennità di rischio alle Infermiere Professionali ed ovviamente l’estensione alle OSS. Senza dimenticare anche il Personale presente negli ambulatori ove vengono svolti gli esami per diagnosticare la TBC ed il decorso della malattia.

Visto poi che, il Direttore Generale si è reso così disponibile a tutelare la salute delle Lavoratrici spostando i malati di TBC conclamata, la nostra richiesta all’Azienda è quella di trasferire anche i pazienti sospettati di tale patologia.

La prossima settimana indiremo le iniziative di protesta..

sabato 16 ottobre 2010

BUSTO ARSIZIO: Usb chiede sicurezza per i lavoratori dell'ospedale

Lavori nella struttura di Pneumologia per rendere il reparto sicuro per lavoratori ed altri pazienti. Federico Pagan, responsabile dell'Rdb-Usb per l'ospedale di Busto, presenta le richieste del sindacato alla dirigenza dell'azienda sanitaria. "Non chiediamo soldi, vogliamo sicurezza".

Adeguamento strutturale delle camere isolate, bagni separati per le camere in cui si trovano i pazienti affetti da tubercolosi, creazione delle zone di separazione all'ingresso delle camere per il ricircolo dell'aria. Sono queste le richieste che il sindacato di base fa alla dirigenza dell'ospedale di Busto Arsizio. In subordino, il riconoscimento dell'indennità per il rischio malattia sia per infermiere che per operatrici socio sanitarie.

ELIMINARE TOTALMENTE I RISCHI PER LA SALUTE

L'11 ottobre il sindacato ha chiesto l'incontro con il prefetto per poter parlare con la dirigenza. Incontro che però non ha portato a risultati positivi. Qualche giorno prima, il 7 ottobre, il direttore generale ha incontrato tutti i sindacati e ha deciso di sospendere l'indennità già concessa alle infermiere (circa 40 euro al mese) e di spostare i malati con tubercolosi conclamata nel reparto malattie infettive. "Secondo noi anche i malati in attesa di diagnosi sono un rischio per gli altri degenti e per le operatrici" spiega Pagan. "A questo punto chiediamo di eliminare totalmente i rischi per la salute: o si spostano tutti i malati nel reparto malattie infettive e si risanano le camere, oppure si adeguano strutturalmente le camere e si concede l'indennità a tutti i lavoratori".

Ospedale di Busto A.: Torna la tubercolosi, Usb chiede indennità di rischio per infermiere e operatrici

Il ritorno della tubercolosi mette in difficoltà il reparto broncopneumologia dell'ospedale di Busto Arsizio. La questione legata agli indennizzi per il rischio malattia infettiva a infermiere professionali e operatori socio sanitari arriva fino al vice-prefetto in sede di conciliazione ma, a sorpresa, gli indennizzi vengono sospesi e i malati di tbc conclamati finiranno nel reparto infettivi. Perchè? Il reparto di broncopneumologia non è attrezzato in maniera adeguata.

Il caso è stato sollevato dal sindacato di base Usb che, facendo seguito ad una richiesta dei sindacati confederali che avevano chiesto l'indennizzo per le infermiere professionali, ha a sua volta richiesto lo stesso trattamento per le Oss con, in aggiunta, la richiesta di adeguare il reparto alle esigenze che la malattia richiede: «I casi di tbc sono in leggero aumento e si aggirano attorno ai 50/60 l'anno - fa sapere Federico Pagan, rsu dell'ospedale bustocco - il problema di ospitarli nel reparto di broncopneumologia non può essere rimandato. Servono bagni in ogni camera per evitare al massimo le possibilità di contagio».

giovedì 14 ottobre 2010

Agesp Busto arsizio: l'azienda nega l'accusa del sindacato USB: "usano il GPS per controllare e sanzionare i lavoratori"

"Siamo operai, non robot": i dipendenti Agesp e i controlli a distanza

In commissione l'azienda nega l'accusa del sindacato USB: "usano il GPS per controllare e sanzionare i lavoratori, lo vieta lo Statuto dei lavoratori". Confronto civile degenerato alla fine
In una stessa serata ben due punti di una seduta di commissione si chiudono su toni non accettabili: è motivo di riflessione. Si è finito urlando anche quando si era parlato, fin lì civilmente, della protesta di un nutrito gruppo di dipendenti di Agesp SpA (nettezza urbana) contro l'azienda, per l'uso che questa a loro parere avrebbe fatto della tecnologia GPS per controllarli a distanza durante la raccolta rifiuti e sanzionarli.

Il punto era stato proposto dal consigliere Antonello Corrado che chiedeva conto di modalità e scopi dell'iniziativa. Per l'azienda, intenzionata a spingere sul piano costi-efficienza anche stante la messa a gara del servizio di raccolta rifiuti, la presidente Giuseppina Basalari ha negato ogni addebito: mai usato il GPS per "spiare" i lavoratori. Solo per ottimizzare il servizio, ovviando alle disparità di carichi di lavoro segnalate dagli stessi dipendenti, ed aiutare a ritrovare mezzi costosi in caso di furti. Idem per le telecamere al deposito di via Canale. E in ogni caso l'uso di questi strumenti sarebbe diffuso ovunque: «anche lo stesso telefonino è un controllo».
I lavoratori iscritti al sindacato di base USB non la pensano così: erano presenti in una ventina a Palazzo Gilardoni con tanto di striscione. «Siamo operai, non robot; e non siamo dei fannulloni» la loro posizione. Altri dipendenti, per timore di ritorsioni, non si esporrebbero.

È un fatto che l'ispettorato provinciale del lavoro abbia bloccato l'uso dei GPS sui mezzi, utile ma anche piuttosto costoso (51mila euro per i primi due anni). L'azienda, che ha dovuto comunque pagare una multa da 365 euro, attende ora un possibile sblocco, mentre per le telecamere ha ricevuto alla fine il via libera. A irritare USB, come faceva presente il rappresentante dei lavoratori Andrea Ferrario, il fatto che il sindacato, presente nella RSU aziendale, non fosse stato convocato ad un incontro del novembre scorso, presenti i soli sindacati confederali, conclusosi con un mancato accordo sull'uso di questi dispositivi. Accordo che lo Statuto dei Lavoratori, o legge 300/70, rende viceversa indispensabile per attivare i controlli a distanza; quelli che da fine novembre a giugno, l'azienda ha usato di fatto tramite il GPS installato nei mezzi. Un uso «unilaterale», e visto che sanzioni sono arrivate ad alcuni dipendenti, «pensiamo siano riconducibili all'uso di questi mezzi». Violando, è la tesi di USB, un divieto ribadito anche in un recente provvedimento del Garante della privacy che ricorda il divieto di controlli a distanza dentro o fuori le sedi di lavoro. Il parere dei commissari era che il GPS in sè sia utile come tecnologia; la richiesta dei lavoratori presenti era di consentirne l'uso nelle sole ore in cui non si lavora, in versione esclusivamente antifurto. E per quanto per l'azienda il GPS costituisca «uno strumento oggettivo» di valutazione, ciò non garantisce che chi ne osserva i dati sia sempre giudice imparziale. Il GPS «va tarato col cervello» dicevano dal'azienda, scatenando con un ultimo improvvido commento la rissa verbale conclusiva: l'intervento non autorizzato di un esponente di USB sconosciuto ad Agesp e ai commissari, che sbraitava tra l'altro come al terzo provvedimento disciplinare scatti il licenziamento. E su questa lite finale calava il sipario su una vicenda che non finisce qui, ma andrà facilmente a fare giurisprudenza.

mercoledì 13 ottobre 2010

AGESP Busto Arsizio: NON DISTURBATE IL MANOVRATORE

Agesp chiede aiuto a CGIL-CISL-UIL e AL COBAS per “limitare” l’attività di USB

L’Ufficio Provinciale del Lavoro di Varese ha autorizzato Agesp ad usare le videocamere per registrare le immagini durante l’orario di lavoro solo per motivi di sicurezza aziendale, le registrazioni devono essere cancellate ogni 48 ore. Le immagini, comunque, non devono essere usate per controllare l’attività lavorativa dei dipendenti ma solo per gli scopi per cui AGESP è stata autorizzata dall’ufficio del lavoro. Questo significa che fino ad ora Agesp agiva al di fuori della legge, utilizzando le videocamere senza rispettare quanto indicato nella legge 300, questo vuol dire che USB ha sempre avuto ragione nel rivendicare il rispetto della legge da parte dell’azienda,

ma la partita non è ancora finita, anzi…..

Il 24 settembre si è riunita la commissione incaricata dal consiglio comunale di Busto A. per fare luce su quanto accade in AGESP. Da quanto si è appreso in seguito, la commissione era in procinto di minimizzare il problema per evitare brutte figure ai dirigenti che amministrano l’azienda ma, nel bel mezzo della riunione, le RSU di USB, insieme a molti lavoratori dipendenti AGESP, con bandiere e striscioni, hanno invaso la sala consiliare dove si stava svolgendo la riunione. A quel punto la commissione non ha potuto più tirarsi indietro ed ha deliberato di riunirsi nuovamente dopo qualche giorno per discutere solo del problema AGESP, invitando tutte le parti coinvolte alla partecipazione. A questo punto non possiamo più tirarci indietro, Chiediamo ai lavoratori un ulteriore sforzo:

MERCOLEDI 13 OTT. ore 18.00 presso il comune di Busto Arsizio, ci sarà la commissione che indagherà su AGESP riguardo il sistema GPS, DOBBIAMO ESSERCI IN TANTI perché la vicenda ci riguarda TUTTI. FAI UNO SFORZO vieni in comune, ci sarà il sindaco, la nostra presidente, E DOBBIAMO ESSERCI ANCHE NOI per dire la nostra.

Tutti sappiamo che AGESP, tra pochi giorni, avvierà un servizio sperimentale che coinvolgerà tutti i lavoratori dell’azienda: Agesp intende effettuare il servizio di raccolta rifiuti serale. Gli orari e le turnazioni che l’azienda intende introdurre, come sono stati esposti alle RSU, avranno un effetto devastante sui lavoratori, “STRAVOLGERANNO” le loro vite private. USB non è d’accordo, qui ci giochiamo il nostro futuro, dobbiamo cercare di fermare questo progetto. Chiediamoci come mai le grosse città vicine, come Gallarate e Legnano, non lo attuano?

Ora Agesp ha bisogno dell’appoggio dei soliti, servizievoli e sempre proni al volere aziendale, CGIL CISL UIL e AL COBAS per far approvare questi nuovi orari di lavoro, tutti uniti contro USB e contro i lavoratori.

Questo accordo non deve passare. Invitiamo tutti i lavoratori a ribellarsi a queste imposizioni ed a isolare questi sindacalisti poco propensi a difendere i loro diritti ma sempre pronti a schierarsi con l’azienda contro l’unico sindacato che dice le cose come stanno.

Difendi i tuoi diritti e la tua dignità.

AGUSTA: L’OCCHIO DEL PADRONE

Telecamere che registrano i lavoratori, controllo a distanza dei computer, salvataggio automatico delle e-mail, tabelle con le pause degli operatori alle macchine utensili ecc., AGUSTA si prepara al nuovo Contratto Nazionale Metalmeccanici (modello Marchionne)??

Agusta ha informato le RSU che intende installare tre videocamere per la registrazione delle attività svolte dagli operatori presso la linea di volo. Così, come previsto dalla legge 300, l’azienda chiede un accordo con le RSU per poter procedere.

Agusta sostiene che tale necessità deriva da una nuova legge che è tenuta a rispettare.

Alla successiva richiesta di indicare gli estremi della legge, Agusta cambia versione dicendo che in realtà c’è solo una circolare dell’ENAC inerente alla sicurezza dei voli. Per la seconda volta viene chiesto ad Agusta di poter visionare tale circolare, per la seconda volta l’azienda cambia versione: ora l’installazione delle videocamere è una necessità aziendale e non richiesta dall’ENAC: Agusta vuole avere la possibilità di registrare le attività in linea di volo per motivi di sicurezza dei voli, come stanno facendo a Vergiate. Ma perché non l’ha detto subito? Perché si è inventata leggi e circolari?

Se vogliono migliorare la sicurezza dei voli non sarebbe invece il caso di rispettare la legge 238/2007 che indica i requisiti per le emergenze in linea di volo visto che sono diversi anni che tale legge viene disattesa dall’Agusta? Di che sicurezza parla?

Forse cerca qualcuno su cui scaricare eventuali responsabilità?

Ricordiamo all’azienda che il “Garante della Privacy” ha recentemente dato delle precise disposizioni in materia di videosorveglianza (provvedimento N°8 dell’aprile 2010 - Gazzetta Ufficiale n°99 del 29 aprile 2010), indicando, tra le altre cose, il rigoroso rispetto della legge 300.

Da qualche tempo sono comparse, come per incanto, alcune videocamere orientabili tipo “web-cam” disseminate per l’azienda, naturalmente il tutto, per non suscitare “inutili sospetti”, è passato sotto il più assoluto silenzio. Nel frattempo, sui monitor di tutti i computer aziendali, sono apparse strane icone che indicano l’installazione di un programma particolare che si chiama “VNC”. Grazie a questo programma l’azienda è in grado di controllare l’attività svolta sui computer di ogni lavoratore, inoltre, tutte le e-mail ricevute o inviate sono accuratamente memorizzate dall’azienda. A tutto ciò si aggiunge la tabella che l’azienda sta collaudando in meccanica su cui gli operatori devono indicare quanto tempo si ferma la macchina utensile e per quale motivo, anche se l’operatore si ferma per andare in bagno.

Tutto quello che fa l’azienda, lo fa solo a fin di bene, questo è assodato, ora resta da stabilire chi ne trae vantaggio da questo “fin di bene”. Anche quello che ha fatto Marchionne in Fiat lo ha fatto a “fin di bene”, ma non certo per il bene dei lavoratori che si sono visti espropriati dei loro diritti conquistati in anni di lotte sindacali. Il “fin di bene” che dichiara l’azienda, quasi mai coincide con il “fin di bene” che intendono i lavoratori ed a rimetterci sono sempre gli stessi.

Anche in Agusta verrà allontanato chi ostacola la realizzazione degli obiettivi concordati?

Ma concordati con chi? Con i soliti sindacati leccapiedi? Allora prepariamoci a “piegarci” al volere aziendale o saremo cacciati, il tutto sarà, ovviamente, previsto dal nuovo Contratto Nazionale firmato anche da chi si “autoproclama” rappresentante dei lavoratori.

E ricordatevi di versare i 30 euro per i firmatari……..

domenica 10 ottobre 2010

Malpensa: Sciopero permanente contro i licenziamenti al "toboga"

Sono loro a riparare i nastri trasportatori per le valigie ("il toboga", lo chiamamo), ma anche i banchi per il check in dove si pesano le valigie: lavorano su tre turni, anche la notte, sia al Terminal 1 che al T2. Il servizio di manutenzione lo scorso anno, scaduto l'appalto precedente, è stato affidato da SEA a Siemens, che a sua volta ha suappaltato ad altre tre aziende. «Lo scorso anno hanno lasciato a casa dieci di noi, su 38 totali, ora ne licenziano altri cinque» spiegano i lavoratori in presidio nel parcheggio accanto al Terminal 1.

Ora gli addetti alla manutenzione hanno proclamato uno sciopero a oltranza, a partire da oggi, venerdì 8 ottobre. Due ore di astensione a inizio turno e due ore alla fine, per ogni turno. «Noi non abbiamo nessuna tutela, ci lasciano a casa da un giorno all'altro e non sono tenuti neanche a dire la motivazione».

Malpensa: 500 lavoratori a rischio, Livingston la compagnia è sull'orlo del baratro

Cinquecento posti di lavoro a rischio e centinaia di passeggeri – impossibile sapere il numero preciso – in giro per il mondo. A distanza di due settimane dalle prime avvisaglie, la salvezza di Livingston è ormai appesa ad un filo: sfumata la possibilità di ottenere una linea di credito per continuare a operare, le speranze sono riposte nell’incontro convocato per lunedì al Ministero delle Sviluppo Economico, dove vertici dell’azienda e sindacati incontreranno il Ministro Paolo Romani. Nella notte tra venerdì e sabato la compagnia ha comunicato con una nota ufficiale la “sospensione di tutte le operazioni di volo”. I voli - almeno secondo le informazioni attualmente diramate - saranno garantiti comunque da un'altra compagnia.

10.000 IN PIAZZA A TORINO

giovedì 7 ottobre 2010

martedì 5 ottobre 2010

LAVORATORI A PERDERE: SEA LICENZIA 5 OPERAI

Con il “trucco” degli appalti e sub-appalti, SEA si arricchisce sulle spalle di decine di precari, sfruttati fino all’ultimo e poi buttati in mezzo ad una strada senza stipendio e senza futuro.

Dal lontano 2001 SEA ha iniziato a esternalizzare alcune attività tra cui la manutenzione dell’impianto di smistamento bagagli BHS di Malpensa; col passare degli anni SEA ha aumentato le attività oggetto di appalto, il questo modo la ditta che si era aggiudicata l’appalto è passata, nel giro di pochi anni, ad avere alle sue dipendenze 38 operai, tutti assunti con contratti a termine, qualcuno con anzianità aziendale di precariato che partiva dal 2001. In ottobre 2009 l’appalto viene affidato con bando di gara, ad una nuova ditta, la R.T.I. Siemens Elsag Datamatic, la quale attraverso un ulteriore subappalto, passa l’attività alle aziende MMS e PROCOIM che riassumo solo 22 dei 38 lavoratori e, ancora una volta con contratto a termine.

Alla scadenza dei contratti di lavoro al 1° ottobre 2010, senza alcuna apparente e logica motivazione, lascia senza lavoro e senza stipendio 5 operai assunti l’anno prima. Al loro posto, nella stessa identica mansione, vengono assunti 5 giovani precari con stipendio ancora più basso e senza la minima difesa sindacale.

Siamo di fronte ad un ulteriore affronto alla dignità dei lavoratori:

usati e poi gettati, 5 famiglie senza uno stipendio per sopravvivere.

Come mai questi lavoratori gettati per strada, ora non Sanno più lavorare? Alla prossima scadenza toccherà sicuramente ai rimanenti lavoratori. Dopo essere stati usati per un altro anno, l’ R.T.I avrà il tempo per organizzarsi e per sostituirli con stagionali più “mansueti”.

Negli aeroporti milanesi si continua a dismettere il “Lavoro Buono” con il precariato “a vita” anche attraverso un intricato sistema di appalti e subappalti tenendo i lavoratori sempre sotto ricatto: “se alzi la testa per i tuoi diritti sei in mezzo ad una strada!”

L’Unione Sindacale di Base chiede il reintegro immediato di questi 5 lavoratori, e il contratto a tempo indeterminato per tutti i lavoratori di questo appalto per liberarli dalla schiavitù del precariato. Finchè ciò non avverrà attueremo tutte le forme di lotta sindacali possibili. Pertanto la USB

DICHIARA: Lo stato di agitazione con blocco immediato di qualsiasi prestazione straordinaria dei lavoratori a partire da mercoledì 6 ottobre 2010,

DICHIARA: SCIOPERO DI 4 ORE

A OLTRANZA A PARTIRE DA MERCOLEDI 6 OTTOBRE 2010:

LE PRIME DUE ORE E LE ULTIME DUE ORE DI OGNI TURNO,

PER TUTTI I DIPENDENTI DELLE AZIENDE MMS E PROCOIM.

LAVORATORI ALZIAMO LA TESTA E SCIOPERIAMO COMPATTI!

Casa occupata di via Porraneo "sotto controllo"

Ancora un giorno tranquillo per i ragazzi della casa occupata di via Porraneo: a tre giorni di distanza, la casa occupata non è stata ancora sgomberata. Intanto s'infiamma lo scontro politico: il centrodestra accusa la maggioranza di essersi fatta sorprendere e di aver tollerato l'occupazione. Una lettura che non è condivisa dal vicesindaco Laura Prati: «Si tratta chiaramente di un atto illegale che non condividiamo. È giusto reclamare spazi di aggregazione, ma non certo occupando una proprietà privata». L'amministrazione ribadisce di essersi mossa immediatamente: il sindaco Aspesi ha fatto il punto lunedì mattina con il proprietario dello stabile e del terreno sottostante, oltre che con polizia e carabinieri. «C'è la massima attenzione e collaborazione con le Forze dell'Ordine, come per ogni violazione e problema. Anche se voglio anche tranquillizare: certamente c'è una illegalità, ma i ragazzi non hanno creato problemi ai cittadini. Non ci sono proteste, nè problemi di ordine pubblico». La situazione è dunque tenuta sotto controllo.

Ultimi Mohicani-Edera itinerante: cerchiamo di liberare spazi abbandonati

Nessun rave party, solo una manifestazione per reclamare spazi di svago per i giovani. Queste sono le motivazioni del gruppo “Ultimi Mohicani-Edera itinerante”, protagonista della tentata occupazione abusiva dello stabile delle Ferrovie dello Stato in via Pacinotti a Gallarate. Lo hanno spiegato in un comunicato che pubblichiamo di seguito, al termine del quale promettono nuove iniziative di questo tipo (pacifiche, come quella di sabato 10 aprile), volte appunto a liberare spazi per i giovani in una città che abbonda di aree dismesse e abbandonate a sé stesse. Le affermazioni fatte nel comunicato dai ragazzi dell’organizzazione non sono confermate dalle forze dell’ordine nè da altri testimoni: non risultano infatti azioni violente da parte delle forze dell’ordine, nè manganellate (e non risultano richieste di medicazioni in pronto soccorso), né atti intimidatori. La situazione ci risulta essere stata monitorata per tutta la giornata in particolare da Polizia di Stato e Carabinieri, fino all’abbandono dell’area degli occupanti, poco dopo le 21.

domenica 3 ottobre 2010

Ospedale di Busto: USB chiede parità di trattamento

L'Usb, l'unione sindacale di Base, chiede di risolvere la disparità di trattamento tra le operatrici e le infermiere professionali, entrambe esposte a possibili rischi di contagio da Tbc nel reparto pneumologico.

Dopo un mese di attesa, senza risposta, il sindacato Usb ha deciso di chiedere al Prefetto l'apertura della procedura di conciliazione con l'Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio. Risale infatti a un mese fa la lettera inviata all'Azienda Ospedaliera nella quale si chiede un incontro per risolvere la disparità sulla concessione dell'indennità di rischio da malattie infettive alle lavoratrici della Struttura Complessa di Pneumologia. "Le operatrici socio sanitarie presenti nel reparto entrano regolarmente nelle camere e prestano assistenza sanitaria ai degenti affetti da Tbc o in attesa di diagnosi. Quindi, come ottenuto dalle colleghe Infermiere Professionali dal 1 Luglio, devono vedersi riconosciuto il rischio di cui all'articolo 44 comma 6".

Ospedale di Busto A., vertenza sull'indennità di rischio per malattie infettive

Dopo "più di un mese senza risposta" alla lettera inviata all’Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio, nella quale si chiede un incontro "per risolvere la disparità sulla concessione dell’indennità di rischio da malattie infettive alle lavoratrici della Struttura Complessa di Pneumologia del P. O. di Busto A.", Venerdì 1° ottobre il sindacato USB ha chiesto al Prefetto l’apertura della procedura di conciliazione con l’Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio.

Le operatrici socio-sanitarie presenti nel reparto, ricorda il sindacato in una nota diffusa ai mezzi d'informazione, "entrano regolarmente nelle camere e prestano assistenza sanitaria ai degenti affetti da TBC (tubercolosi) o in attesa di diagnosi. Quindi, come ottenuto dalle colleghe Infermiere Professionali dal 1° Luglio, devono vedersi riconosciuto il rischio di cui all’articolo 44 comma 6 del contratto collettivo".